Salta al contenuto principale

Packaging sostenibile: i materiali più utilizzati ed esempi

Packaging sostenibile – A2A

L’utilizzo di packaging sostenibile è un aspetto che influenza sempre più spesso la scelta dei clienti quando fanno acquisti.

L'innovazione del packaging è una sfida importante, che punta a coniugare elevati standard in termini di conservazione dei prodotti contenuti e un ridotto impatto ambientale.

Le aziende che producono packaging stanno attraversando un momento di grande evoluzione, da un lato sotto la spinta delle normative europee, che impongono crescenti obiettivi di riciclabilità degli imballaggi, e dall’altro da parte dei consumatori, che, sempre più sensibili alle questioni ecologiche, cercano più prodotti green e a basso impatto ambientale.

Secondo lo studio pubblicato nel 2021 da Dotcom Distribution sui consumatori di e-commerce, la sostenibilità dell’imballaggio utilizzato influenza molto la scelta dei clienti più di qualsiasi altro fattore ambientale. Secondo lo studio, infatti, il 45% dei clienti intervistati preferisce acquistare prodotti con packaging sostenibile rispetto a confezioni composte da materiali meno eco-friendly.

Cosa si intende per packaging sostenibile?

Il packaging sostenibile è un imballaggio progettato in modo da ridurre l’impatto ambientale e l’impronta ecologia del materiale di confezionamento, senza perdere ovviamente di vista la funzione primaria del materiale, ovvero quella di proteggere e conservare il suo contenuto nel tempo.

Verso l’economia circolare nel settore del packaging

Come ogni prodotto di consumo, anche l’imballaggio attraversa diverse fasi che vanno dalla sua nascita fino al suo smaltimento. Oggi sempre di più si sta passando da un modello detto “dalla culla alla tomba” (“from cradle to grave”), proprio del modello di economia lineare, a un modello detto “dalla culla alla culla”, in inglese noto come “from cradle to cradle” da cui l’acronimo C2C.

Si tratta di un approccio circolare, un modello economico, industriale e sociale, rispettoso dell’ambiente e delle generazioni future, che si pone l’obiettivo di creare sistemi produttivi efficienti e privi di sprechi.

Quali sono i materiali più utilizzati per un packaging sostenibile?

Nel corso degli anni sono diversi i materiali che sono stati introdotti per la produzione di packaging sostenibili, ecco alcuni esempi innovativi utili a capire quando il packaging è sostenibile.

La cellulosa

Secondo dati Comieco-Conai, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, negli ultimi dieci anni circa gli imballaggi a base cellulosica immessi sul mercato sono passati da 4,33 a 4,92 milioni di tonnellate, con un incremento di circa 600 mila tonnellate. Nel contempo i produttori hanno progressivamente ridotto la grammatura media del cartone ondulato.

Inoltre, secondo dati Assocarta, l'Associazione di categoria che aggrega le aziende che producono in Italia carta, sempre nello stesso periodo sono diminuiti sia i prelievi idrici sia i consumi di energia elettrica per la produzione, segno di una filiera della carta e del cartone che si è focalizzata sulla sostenibilità e sull’efficientamento.

Per incentivare questo trend virtuoso e favorire la condivisione delle best practices del settore, COMIECO ha creato Best Pack, una banca dati consultabile online contenente le soluzioni che favoriscono la sostenibilità e la riciclabilità del packaging in carta e cartone.

La polpa di cellulosa

Si tratta di un composto di origine vegetale biodegradabile e compostabile al 100%. Essa, infatti, proviene dalla lavorazione della canna da zucchero, una pianta tropicale perenne che cresce in totale autonomia.

Una volta raccolta la canna da zucchero viene spremuta per ricavare il saccarosio presente. A questo punto si sarà prodotto uno scarto fibroso che viene utilizzato per produrre la polpa di cellulosa.

Attraverso gli stampi sarà possibile produrre bicchieri e contenitori per il cibo, quali piatti, bicchieri, e coperchi con ottima resistenza ai grassi, agli unti, alle alte temperature ma anche con un'ottima resistenza al peso.

Le bioplastiche compostabili

Per quanto riguarda le bioplastiche, si può osservare come i numeri di mercato siano in netto aumento. Il numero di aziende in Italia operanti nel settore è infatti passato da 143 nel 2012 a 278 nel 2020, arrivando ad avere un fatturato complessivo superiore a 800 milioni. I prodotti che guidano questa crescita sono ancora oggi le shopper dei supermercati e i sacchetti per la raccolta organica.

L’utilizzo delle bioplastiche per produrre imballaggi per alimenti offre numerosi vantaggi e consente di recuperare più efficacemente i residui alimentari. Ecco alcuni esempi di bioplastiche compostabili e le loro caratteristiche:

  • Il PLA (Acido Polilattico) è un materiale compostabile e biodegradabile, di origine vegetale. Questo tipo di plastica possiede caratteristiche di impermeabilità e resistenza meccanica, una consistenza rigida, un aspetto lucido e non è soggetto ad eccessiva deformazione. Il PLA è generalmente impiegato per prodotti alimentari e destinati ad uso domestico, giocattoli, oggetti da esposizione, prototipi e modelli architettonici.
  • Il cellophane è un materiale di origine naturale che deriva dalla cellulosa delle piante, la più abbondante di tutte le materie prime rinnovabili e sostenibili. Viene largamente impiegato per la produzione di packaging nel settore alimentare. Si distingue per la sua caratteristica trasparenza e flessibilità e la capacità di allungarsi e stirarsi in fogli e bobine.

Il futuro delle bioplastiche 

La ricerca di packaging rinnovabili e sostenibili procede nei laboratori di tutto il mondo.

Uno studio condotto dal National Institute of Ocean Technology in India, suggerisce che le alghe sarebbero una potenziale fonte alternativa per la produzione di bioplastica che potrebbe ridurre l'uso di plastica non degradabile. In particolare, l'alga rossa Kappaphycus alvarezii è stata utilizzata per la produzione di film in bioplastica con una maggiore resistenza alla trazione.

Negli ultimi anni, i ricercatori dell'Università di Aalto, in Finlandia, si sono interessati a sostituire la plastica con materiali a base di legno nell’ambito del progetto di ricerca Smart Foams. Il progetto si basa sulla biomimetica, disciplina che studia e imita i processi biologici e biomeccanici della natura come fonte di ispirazione per il miglioramento delle attività e tecnologie umane.

Con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, stanno cercando di sviluppare una schiuma con caratteristiche simili al legno come forza, flessibilità e resistenza al calore. Ad esempio, una miscela dei composti lignina, fibra di legno e laponite può produrre una schiuma che resiste agli urti e all'umidità e può essere utilizzata per sostituire la plastica.

Iscriviti alla newsletter